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suo modo era appropriato più alle cose corporali e
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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - De la causa, principio et uno
corporalmente considerate; e quell altro non meno
accomodato et appropriabile a queste, che a tutte l al-
tre che la raggione, l imaginazione, l intelletto, l una e
l altra natura sapesse fabricare. Ogniuno confessarà
che non era occolto a Platone che la unità e numeri
necessariamente essaminano e donano raggione di
punto e figure; e non sono essaminati e non prendeno
raggione da figure e punti necessariamente, come la
sustanza dimensionata e corporea depende dall incor-
porea et individua: oltre che questa è absoluta da
quella, perché la raggione di numeri si trova senza
quella de misura, ma quella non può essere absoluta
da questa, perché la raggione di misure non si trova
senza quella di numeri. Però la aritmetrica similitudi-
ne e proporzione, è più accomodata che la geometrica
per guidarne, per mezzo de la moltitudine, alla con-
templazione et apprensione di quel principio indivisi-
bile, che per essere unica e radical sustanza di tutte
cose, non è possibile ch abbia un certo e determinato
nome, e tal dizzione che significhe più tosto positiva
che privativamente: e però è stato detto da altri  pun-
te , da altri  unità , da altri  infinito , e secondo va-
rie raggioni simili a queste. Aggiungi a quel che è det-
to che quando l intelletto vuol comprendere
l essenzia di una cosa, va simplificando quanto può:
voglio dire, dalla composizione e moltitudine se ritira
rigittando gli accidenti corrottibili, le dimensioni, i se-
gni, le figure, a quello che sottogiace a queste cose.
Cossì la lunga scrittura e prolissa orazione non inten-
demo, se non per contrazzione ad una semplice inten-
zione: l intelletto in questo dimostra apertamente co-
me ne l unità consista la sustanza de le cose, la quale
va cercando o in verità o in similitudine. Credi, che
sarebbe consummatissimo e perfettissimo geometra
quello che potesse contraere ad una intenzione sola
tutte le intenzioni disperse ne principii di Euclide;
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perfettissimo logico chi tutte le intenzioni contraesse
ad una. Quindi è il grado delle intelligenze: per che le
inferiori non possono intendere molte cose, se non
con molte specie, similitudini e forme. Le superiori
intendeno megliormente con poche. Le altissime con
pochissime perfettamente. La prima intelligenza in
una idea perfettissimamente comprende il tutto. La
divina mente e la unità assoluta, senza specie alcuna, è
ella medesimo lo che intende e lo che [è] inteso. Cos-
sì dumque montando noi alla perfetta cognizione, an-
diamo complicando la moltitudine: come descenden-
dosi alla produzzione de le cose, si va esplicando la
unità. Il descenso è da uno ente ad infiniti individui e
specie innumerabili: lo ascenso è da questi a quello.
Per conchiudere dumque questa seconda considera-
zione, dico che quando aspiriamo e ne forziamo al
principio e sustanza de le cose, facciamo progresso
verso la indivisibilità: e giamai credemo esser gionti al
primo ente, et universal sustanza, sin che non siamo
arrivati a quell uno individuo, in cui tutto si compren-
de. Tra tanto, non più credemo comprendere di su-
stanza e di essenza, che sappiamo comprendere di in-
divisibilità. Quindi i Peripatetici e Platonici, infiniti
individui riducano ad una individua raggione di mol-
te specie; innumerabili specie comprendono sotto de-
terminati geni, quali Archita primo volse che fussero
diece; determinati geni ad uno ente, una cosa; la qual
cosa, et ente, è compresa da costoro come un nome e
dizzione, et una logica intenzione, et in fine una va-
nità; perché trattando fisicamente poi, non conosceno
uno principio di realità et essere di tutto quel che è,
come una intenzione e nome comune a tutto quel che
si dice e si comprende: il che certo è accaduto per im-
becillità di intelletto.
Terzo, devi sapere che essendo la sustanza et essere
distinto et assoluto da la quantità, e per conseguenza
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Giordano Bruno - De la causa, principio et uno
la misura e numero non è sustanza ma circa la sustan-
za, non ente ma cosa di ente, aviene che necessaria-
mente doviamo dire la sustanza essenzialmente essere
senza numero e senza misura, e però una et individua
in tutte le cose particolari, le quali hanno la sua parti-
cularità dal numero, ciò è da cose che sono circa la
sustanza. Onde chi apprende Polihimnio, come Po-
lihimnio, non apprende sustanza particolare, ma su-
stanza nel particolare e nelle differenze che son circa
quella, la quale per esse viene a ponere questo uomo
in numero e moltitudine sotto una specie. Qua come
certi accidenti umani fanno moltiplicazione di questi
chiamati individui dell umanità, cossì certi accidenti
animali fanno moltiplicazione di queste specie
dell animalità. Parimente certi accidenti vitali fanno
moltiplicazione di questo animato e vivente. Non al-
trimente certi accidenti corporei fanno moltiplicazio-
ne di corporeità. Similmente certi accidenti di sussi-
stenza fanno moltiplicazione di sustanza. In tal
maniera certi accidenti di essere fanno moltiplicazio-
ne di entità, verità, unità, ente, vero, uno.
Quarto, prendi i segni e le verificazioni per le quali
conchiuder vogliamo gli contrarii concorrere in uno;
onde non fia difficile al fine inferire, che le cose tutte
sono uno: come ogni numero tanto pare quanto ìmpa- [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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